venerdì 15 aprile 2016

Queste coste di bieta cercano solo un po' d'amore, e invece...

Condividi per ridare dignità a questo piatto.

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C'è gente che mangia solo per nutrirsi, ma di regola non la frequentiamo, perché si tratta spesso e volentieri di persone piatte, noiose, con una certa propensione al cinismo e un senso del bello pari solo a quello di un arredatore di ospedali. 

Perché vi diciamo questo? Non c'è un perché! Volevamo giusto farvi sapere qualcosa sulla tipologia di gente che amiamo frequentare. 

Ramon: odio chi non dà le ricette, anzi ritengo che chi non dia le ricette sia un vero stronzo. Se vi capitasse di offrirmi qualcosa che mi piace da matti, datemi la ricetta, altrimenti finirete nella lista nera delle merde, e se ci finite è difficile farmi cambiare idea.

Chico: non mi fido di chi toglie il filetto di grasso dal prosciutto crudo, chi lo fa è una brutta persona! Il caso è chiuso.

Joshua: da sempre mi batto per i diritti delle minoranze, e soprattutto ho a cuore il destino di certe tradizioni che sono pilastro e fondamento della nostra civiltà. Da anni ormai dico basta all'isolamento degli scarpettari: la scarpetta è un diritto sacrosanto e chi la pratica non può in nessun modo essere oggetto di discriminazione! 

E adesso passiamo ad un appello importante.
Andate a votare il referendum per salvare queste coste di bieta, hanno passato un'infanzia triste, lesse, nel freddo di un frigo, in attesa che una geniale foodblogger avesse un'epifania e le usasse per un piatto commestibile e pubblicabile in rete. 
La geniale foodblogger, però, ha preferito schiaffarle in una pirofila, e sistemarle a strati con prosciutto cotto e Asiago e cuocere tutto in un forno. A legna e Napalm. 

Il risultato è questa fossa comune piena di lingue lesse colonizzate da batteri, l'infezione è oltremodo purulenta e mette a dura prova la vista, ma stando a quanto dice la foodblogger si tratta anche di un  "…piatto unico, saziante ma leggero…"

Salvate le coste, andate a votare e scegliete SÌ!

1 commento:

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