martedì 15 dicembre 2015

Il Millefoglie di zampone. Tu meriti la galera, ma prima due anni al C.I.M. di Pyongyang.

Another brick in the wall.

(by Wasabi)

Si prende lo zampone. Quello corredato di ditini ed unghiette, sì. Lo zampone.

Si lascia immotivatamente una notte in apnea, poi si buca senza senso con uno spillone da lana e si cuoce oltre il dovuto.

Contestualmente si lessano delle patate (800 grammi. Non uno di meno) le quali dovranno risultare “cotte ma ancora un pochino al dente”.

Ognuno si regoli come è abituato.

Si soffrigge una cipolla in lardo o burro. Sì, proprio così.

Questi tre ingredienti così preparati, si alternano in teglia a mo’ di lasagnetta, e si fanno, attoniti quanto la scrivente, ulteriori 20 minuti a 200° in forno.

La foodblogger propone il pastone anche come finger food, se tagliato in maniera acconcia.



Ora, davanti a tutto questo, in una fredda e scomoda giornata di dicembre, sotto le feste, davanti alla foto di quello che ha tutta l’aria di un espianto di organi anziché una fetta di prelibatezza natalizia, cosa dovrebbe esclamare l’incauto internauta assetato di idee per stupire parenti ed amici durante i baccanali cristiani?

Cosa se non lanimadelimortaccitua??

Una cosa obbrobriosa, un insulto al buon gusto, una rivoltella puntata alla tempia del proprio medico curante.

Un orrore da presentare, un mattone da annusare, roba che dopo i venti minuti di forno sei costretto ad intercettare l’architetto di tua madre affinché ridisegni l’intera cucina, accartocciata su se stessa dal dolore e dalla vergogna.

Ma cosa ti è saltato in mente?
Come ti permetti?

Vuoi decimare la famiglia perché ti sei scoperto unica erede?

Vuol farla finita con la prozia cagacazzo che ogni Natale ti regala la stessa medesima confezione di Pino Silvestre corredato di spugna a forma – e consistenza – di una pigna?

Hai vinto uno zampone alla riffa del dopolavoro?



Ti è comparso in sogno Theodore Kaczynski e ti ha detto “è fantastico, prova anche tu!” ??

Tra le poche gioie del periodo, annoveriamo anche i natali non condivisi con la foodblogger in questione, amici.

Ma restate sintonizzati, perché se la matematica non è una opinione, e questo qui proposto è un secondo piatto, non possiamo perderci il dolce che metterà a tavola la sera del 31.
Anche perché saremo gli unici che ne godremo, a rispettosa e prudente distanza.



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