venerdì 5 febbraio 2016

Topo in crosta: un elegante stimolo all'appetito della prole.

Mi hanno detto che potevo diventare qualunque cosa...

Madri creative, madri nutrici, madri che credono ai piaceri della carne trita, madri burlone che con la scusa del pasto quotidiano ti rifilano qualunque cosa, benvenute su Orrori da Mangiare, il blog che fa i capricci.





Non fanno più le mamme di una volta! Una volta se facevi i capricci a tavola la tua vita veniva messa a repentaglio in vario modo. Ora le mamme, armate di santa pazienza si affidano al metodo Montessori per la nutrizione, ovvero camuffano gli ingredienti in qualcosa d'altro, ingannando allegramente l'ignara prole. Per illustrarvi i perigli a cui erano sottoposti i bambini almeno quarant'anni fa, ci permettiamo di usare come topoi (e qui la finezza linguistica è da stupro) le mamme dei nostri.

Reazione della mamma di Ramon: il piccolo Ramon, in tenera età era reticente al nutrirsi di verdure, e sua madre, Conceptiòn (detta Concha), una contadina di origini messicane dal girofianchi disumanamente sproporzionato, era solita rinchiudere il piccolo in una stanza priva di finestre e senza mobili assieme a Tuko, un varano di Komodo lungo 4 metri visibilmente denutrito. Quando il piccolo iniziava a piangere urlando e tentando di sfondare la porta, la dolce chiappona lo riportava nel desco parandogli di fronte un piatto fumante di minestrone. ed egli se ne nutriva senza punto ferire.

Reazione della mamma di Chico: il piccolo Chico in tenera età odiava la carne, la trovava noiosa ed immasticabile e tutte le volte che Assunta, sua madre, lo metteva di fronte alla dura realtà, ovvero la fettina di vitello, lui era capace di fissarla per ore senza toccarne neanche un micron. Date le incresciose circostanze, e data la riluttante catatonia del bambino, ad Assunta, energica figlia dei nuraghi, non restava altro che rimboccarsi le maniche e piegare il piccino di mazzate. Solitamente dopo essere diventato una maschera di lacrime e muco, la fettina assumeva un sapore vagamente gradevole.

Reazione della mamma di Joshua: Il piccolo Joshua riusciva a concepire la frutta solo come mero fatto estetico, erano forme e colori niente male, ma di mangiarne almeno un misero pezzetto non se ne parlava proprio. Corinna, la sua matrigna, era un'algida donna tedesca insegnante di Ermeneutica presso l'università di Hannover. La donna non aveva molto tempo da perdere, quindi decise, dopo l'ennesimo No alla macedonia, di optare per una soluzione radicale. Joshua aveva 6 anni all'epoca, e ricorda il fatto sudando freddo ancora adesso. 
Corinna gli sorrise benevola e lo portò in soggiorno di fronte al televisore. Fu lì che iniziarono Le Proiezioni! 
Venti documentari sulla fame in Africa, zeppi di bimbi della sua età rinsecchiti come prugne, accasciati in terra, scheletrici e pieni di mosche, piangenti e imploranti cibo.
A seguire, tutta la documentaristica sull'olocausto, in lingua tedesca con sottotitoli in polacco. Anche qui, bambini scheletrici a gogo. Joshua era talmente scioccato che non dormì per 4 giorni, e rimase con la bocca aperta e gli occhi sbarrati, tanto che bisognava usare di tanto in tanto dell'umettante per non seccare le iridi.
La dolce Corinna, approfittando delle sue fauci spalancate in una smorfia di Orrore, gli riempì la cavità orale di frutta come una cornucopia.

Reazione della mamma di Wasabi: la cara Wasabi è purtroppo cresciuta in un orfanotrofio e non gradisce parlare di quel periodo della sua vita. Le melme maleodoranti che era costretta a mangiare al refettorio, l'hanno resa la donna forte che conosciamo, e se riveliamo particolari che non gradisce condividere, di solito ci spedisce tramite corriere rari esemplari di scorpioni velenosissimi, come gioviale avvertimento.


Alla luce dell'intimo racconto di cui vi abbiamo fatto dono, questa lignea polpetta che raffigura un roditore privo di bulbi oculari, impiattata su plastica rosa e decorata con una caramella gommosa, ci fa sorridere, ma tanto tanto tanto.




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