Besciamella Passion |
Amici dallo stomaco di struzzo, amiche funambole del gusto, coraggiosi discepoli della vomitata a specchio nel piatto.
Il mondo è un bel posto e la società fa schifo, facciamo pace con il concetto.
La vita è faticosa ed i rapporti interpersonali ed affettivi un braccio di ferro costante con i propri istinti e le proprie tendenze. Tutto ciò comporta nevrosi spesso insormontabili, negli ultimi anni più facilmente esplose all’interno delle mura domestiche.
Con il coraggio che ci contraddistingue, oggi portiamo su queste pagine un fatto di cronaca nera talmente crudo da aver trovato poco risalto sulle pagine dei quotidiani.
Berlino, 1991. La città si sta ricostruendo dal buio, morfologicamente e spiritualmente.
Una popolazione intera si sta avviando verso una nuova vita, una nuova economia, un ampio respiro ideologico.
Tutti. Tranne Ingrid.
La borsa nera, i coprifuoco, le derrate alimentari al limite, hanno lasciato una segno troppo profondo nel suo animo di cuoca del miglior albergo di Meinekestrasse, e la poveretta non trova altro sollievo che sbizzarrirsi per la famiglia con ricette in odor di bacino mediterraneo.
Fu in una sera qualunque che propose alla famiglia, marito incluso – rientrato in patria dopo la caduta del muro – i cannelloni funghi e cotechino su crema di cannellini.
Una sorta di abominevole larva pallida farcita di grassi insaturi, appoggiata su fagioli in scatola frullati senza la minima cognizione di causa.
I cannelloni, ossia l’Italia! Quel paese lucente ed allegro dove il cibo è considerato più sacro della Sindone!
Il cotechino. Un wurstel grande e gustoso, figlio di una terra dove mangiare fa rima con colesterolemia.
E poi i fagioli. Consacrare in nuova guisa il legume che per mesi e mesi ha costituito l’alimentazione base per una intera nazione le parve proprio una genialata.
Il tutto legato da leggera, saporita, grassissima, deliziosa besciamella. In cartone.
Lontani sono i tempi in cui Ingrid presentava faraone farcite di frutti rossi nei banchetti ufficiali.
Si capacitò quella sera, con lo schifo in tavola e la sua famiglia attonita intorno, che tali fasti mai più sarebbero tornati. Guardò i propri cari con odio. Sorridendo.
“Mangiate!” esortò. Poi si mise ad affilare il coltello da chef, e rilesse le tecniche per insaccare.
Quello in foto è il risultato della cena successiva. Immortalato dalla scientifica.
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