martedì 9 febbraio 2016

“Gnocchi viola in crema di tonno” e la politica della rete sulle pari opportunità.

Il colore viola.

(by Wasabi)

Mai sentito parlare di patata vitelotta, amici fedeli estimatori del rigurgito?

E’ questo un tubero del tutto simile all’amata patata bifolca della provincia di Viterbo, se vogliamo giusto un filo più insipida, ma dallo stupefacente ed ipnotico colore viola.

Violaviolaviola, eh.




Scuro, intenso, il colore dei tifosi fiorentini, degli abiti talari dei vescovi, viola come l’uva che si disegna alle elementari quando si arriva al corsivo minuscolo e maiuscolo della lettera “U”.

Pur se ampiamente conosciuto oggi come oggi nella cucina stellata, resta un prodotto di nicchia, dal prezzo comunque non propriamente popolare.

L’introvabile patata viola caratterizza qualunque pietanza, rendendo gourmet anche l’elaborazione più basic.

Almeno questo credevamo. Fino ad imbatterci in questo.

Un piatto di gnocchi. Innocente sulla carta, boia nell’ideologia.

La cuoca/il cuoco in questione è riuscito a reperire la costoserrima patata, coltivata da sacerdotesse vergini con occhi eterocromi sui ventosi altipiani cileni, innaffiata ad urina di neonato albino; l’ha pagata al chilo quanto un pezzo di ricambio dello Shuttle; ne è riuscita/o a trarne la prestigiosa polpa previa bollitura, senza inficiarne la rarità cromatica; l’ha poi mescolata con estrema perizia a della rara farina di kamut, preziosa al punto da adoperarne solo 30 fottutissimi, prestigiosi grammi.

Ne ha forgiato gnocchi, tagliando l’impasto con la katana di Goemon Ishikawa XIII.

E come ha pensato di dare degna finitura a cotanta rara prelibatezza?

L’ha condita con una scatoletta di tonno sciacquata e frullata con mezzo pomodoro e prezzemolo.

No, aspettate.

Ripetiamo.

L’HA CONDITA CON UNA SCATOLETTA DI TONNO SCIACQUATA E FRULLATA CON MEZZO POMODORO E PREZZEMOLO.

Che nella nostra oramai collaudata lingua si traduce in

MA

COSA

CAZZO

TI HA DETTO

IL CERVELLO?

Una scatoletta di tonno frullata farebbe schifalcazzo pure ad un pacchetto di crackers del discount sotto i portici de Le Vele di Scampia. E tu ci condisci gli gnocchi di vitelotta?

Che non solo è una patata rara e particolare, non solo è costosa, ma è stata pure impiegata per fare gnocchi, tipologia gastronomica noiosa, dalla lunga preparazione e dal risultato incerto.

Amici, a meno di un chiaro messaggio politico e sociale, il senso sfugge.

I commensali, crediamo, hanno fatto altrettanto.


                             

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