Per palati glabri e mentolati. |
Quanti di voi sono cresciuti ritenendo il babbo un essere mitologico, metà uomo metà divano nei weekend piuttosto che metà bestemmia e metà cravatta nei giorni feriali?
Il babbo, bandito dalle cucine di famiglie per supposta – o manifesta – incapacità mentale e fisica, non è quasi mai associato a manicaretti degni di diventare un ricordo (cit. D’Annunzio).
Quest’oggi riscattiamo tale nomea pubblicando un simpatico zuccotto al caffè, bevanda che classicamente associamo ai papà.
È anche uno zuccotto a portata di portafogli! Quei frollini farlocchi, infatti, sono una pessima imitazione dei celeberrimi Gran Turchese e l’aspetto cartonato ci fa supporre siano stati acquistati nei peggiori discount che periferia possa ospitare.
Il resto degli ingredienti, invece, è assolutamente alla portata di tutti.
Due etti di zucchero a velo mescolati senza il minimo ritegno per la dietistica con due etti – ripeto: DUE ETTI – di burro, dosi accazzo di caffè (si definisce qui “ristretto” e poi ne servono “150 gr.”) e cioccolato bianco (sciolto? In granella? A tocchi? Dio ti maledica, cioccolato bianco come??) compongono il goloso ripieno.
I frollini di calcestruzzo foderano un contenitore acconcio, di forma semisferica, ma ecco l’inghippo.
Non si fa menzione di alcun tipo di rivestimento precedente. Cioè, il biscotto inzuppato si appiccica direttamente alla ciotola, si riempie di sbobba e si infila in frigo per 3 ore.
E dopo babbo? Per per sfilarlo da lì dentro? Non ci hai pensato, eh, testadicazzo?!
Il genitore si capacita della cappellata solamente all’ora di merenda quando, tornato metà bestemmia e metà uomo, intraprende una difficile battaglia con lo zuccotto il quale si arrende solo parecchie ore dopo, e decide la resa sul pavimento della cucina.
“Niente paura, pargoli! – annuncia babbo – adesso papà aggiusta tutto” e abborracciando biscotti e schifo su un piatto, cogita la presentazione.
Panna non ne abbiamo. Zucchero a velo – per ovvi motivi – neanche.
Il lampo di genio lo fa sparire in bagno per ricomparire subito dopo imbracciando una bomboletta di Proraso. Tanto i bambini sono di gomma, pensa assolutamente a sproposito.
Un giro di spruzzate sullo zuccotto e poi “Et voilà, figlioli! La merenda è salva” esulta mentre gli eredi si ingozzano di schiuma da barba al mentolo, frollini duri e traumi insanabili.
C’è tempo per la gastroscopie e lo psicoterapeuta.
Intanto babbo resta un eroe! "
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