mercoledì 28 ottobre 2015

Sitz! Che fare se il dolce non obbedisce.

Possiamo tenerlo, mamma?

Amici e amiche della risolutezza in cucina, benvenuti tra le sbrindellate pagine di Orrori da Mangiare. Questo è il terzo, tragico appuntamento con la nostra settimana di Dolcetto e Rimetto dedicata ad Halloween.

La violenza non ci è mai piaciuta, ma dobbiamo ammettere che in taluni casi, alzare la voce è necessario per far capire chi comanda in casa. Anzi, in cucina. 




Esistono alcune tipologie di dolce che purtroppo sono indisciplinate per natura, prendete ad esempio questo agglomerato in forma discoidale. 
Il suddetto dolce, composto per lo più da brandelli di mela, farina, zucchero non mescolato all'impasto, ricotta, yogurt e cannella, già ad un primo svogliato sguardo, non obbedisce a nessuna legge della fisica. Rifiuta l'idea di essere un tutt'uno, e gli elementi di cui è composto tendono in maniera inesorabile a staccarsi per tornare lentamente al loro stadio primordiale. Come fare di fronte a questa totale mancanza di disciplina?

Munitevi di un bastone, branditelo con sicumera, ma non usatelo per sferrare colpi, esso servirà solo per incutere nel dolce un leggero timore e fargli comprendere che siete voi il capobranco. Inizialmente dovrete rivolgervi ad esso con un tono di voce medio/alto, e senza indietreggiare pronunciate chiaramente il comando "Sitz!".

All'inizio non sarà facile, ma appena gli ingredienti cominceranno ad intendere il da farsi, premiateli lanciandogli addosso cucchiaiate di zucchero a velo. 
Questo gesto è essenziale per fargli capire che stanno agendo in maniera corretta e che non hanno nulla da temere. 

Nello sfortunato caso in cui il comando "Sitz!" non sia sufficiente, usate il bastone con movimenti secchi e sicuri. Sceglietelo di un legname leggero e flessibile, e conficcatelo nell'agglomerato per staccarne qualche frammento. Per protesta il dolce potrebbe secernere un eccesso di umidità, ma non fatevi commuovere, è solo una tattica per soggiogarvi e indurvi a rinunciare all'addestramento.

E adesso, sitz!


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